1. GENERALITA’

Il materiale da costruzione utilizzato per la pavimentazione stradale viene impropriamente indicato

come “asfalto”, in realtà è un conglomerato bituminoso artificiale ottenuto miscelando opportune

quantità di inerti a grana grossa (ghiaia), fine (sabbia e filler) e bitume.

Nelle strade a più veloce percorrenza (autostrade o superstrade) viene attualmente steso un asfalto a grana maggiore, detto drenante, che consente il deflusso della pioggia molto più velocemente, diminuendo anche l’acqua alzata dagli pneumatici che abbassa la visibilità.

Il bitume è un materiale legante di origine naturale, o ricavato dalla lavorazione del petrolio, contenente idrocarburi con tracce di zolfo, azoto, ossigeno, nichel, ferro e vanadio.

I bitumi normalmente in commercio sono ottenuti attraverso processi di distillazione, precipitazione e soffiatura del petrolio.

Si distinguono tre tipi di opere di asfaltatura:

  • il rifacimento di manto stradale con asfalto
  • la stesa di asfalto su strada di nuova costruzione
  • la stesa di asfalto colato su marciapiede.

L’apertura del cantiere è sempre preceduta da apposizione sul luogo di lavoro di tutta la necessaria segnaletica stradale (semafori, cartelloni e coni segnaletici), per la chiusura del tratto al traffico automobilistico o per la deviazione del flusso veicolare su vie o corsie alternative. Nel caso invece di strade a scorrimento veloce, oltre alla cartellonistica, sono necessarie due persone che segnalano manualmente il pericolo per l’esistenza del cantiere.

A lavoro ultimato si procede alla chiusura del cantiere, con rimozione della segnaletica.

 

  1. ASFALTATURA STRADE ESISTENTI

Nel caso di rifacimento di una pavimentazione esistente, prima della stesa del nuovo asfalto, è necessario effettuare:

  • la fresatura del vecchio conglomerato;
  • la spazzatura e raccolta del fresato;
  • la spruzzatura sul fondo stradale a caldo o a freddo di emulsione bituminosa, che facilita l’adesione del nuovo asfalto.

La fresatura consistente nella rimozione della parte superficiale della vecchia pavimentazione; ha lo scopo di favorire l’aderenza del nuovo strato a quello sottostante e di impedire sopraelevamenti del piano stradale rispetto alla situazione precedente. Viene condotta con macchine fresatrici o scarificatrici, dotate di corpi cilindrici rotanti con utensili da taglio e di un nastro trasportatore, tramite il quale il materiale asportato viene caricato su automezzi da trasporto. Per questa fase lavorativa sono necessari un addetto alla macchina fresatrice, un operatore a terra, che

coordini le operazioni di carico del camion trasportatore, e l’autista del camion.

Alla fresatura segue la spazzatura e raccolta del fresato, cioè la rimozione di tutto quel materiale che non è stato asportato direttamente dalla fresatrice.

Ciò può avvenire sia meccanicamente mediante spazzatrici, sia manualmente mediante scope e pale.

Le spazzatrici sono macchine semoventi dotate di due o più piastre rotanti con spazzole in ferro, di un potente sistema di aspirazione e di un serbatoio raccoglitore che viene successivamente svuotato sui mezzi di trasporto.

Se la rimozione avviene meccanicamente è sufficiente un operatore, se avviene manualmente sono necessarie almeno due persone.

Il materiale raccolto può essere smaltito in discarica, rigenerato oppure trasportato in azienda e confinato in un’apposita area, dalla quale, in occasione di scavi, verrà prelevato e adoperato come materiale di riempimento. La superficie di stesa, se costituita da calcestruzzo,

deve essere trattata mediante applicazione di emulsioni bituminose, allo scopo di garantire un’adeguata adesione tra fondazione e nuovo manto d’usura. Questa operazione non è necessaria se il nuovo manto d’usura viene posto su vecchi strati in conglomerato bituminoso.

L’emulsione bituminosa può essere spruzzata a caldo o a freddo sul fondo stradale, sia meccanicamente, mediante apposito diffusore posto dietro a un mezzo-cisterna, sia manualmente, con un erogatore.

Sono necessari un operatore che regge e indirizza l’erogatore e uno che sposta la cisterna dell’erogatore in caso di erogazione manuale, un autista in caso di spargimento tramite mezzo-cisterna.

In alcuni casi è necessaria la presenza di un operatore addetto alla protezione di eventuali cordoli.

Eseguita la preparazione del fondo, si procede alla nuova asfaltatura, che prevede:

  • la stesura del conglomerato bituminoso,
  • la compattazione del conglomerato bituminoso.

Le operazioni di stesura consistono nell’applicazione di più strati di conglomerato bituminoso mediante macchina vibrofinitrice stradale. Solamente in prossimità di incroci e di tombini, oppure in caso di piccoli interventi di ripristino del manto, si rende necessario l’utilizzo di attrezzi per la finitura a mano (pale e rastrelli).

La finitrice stradale è fornita di una tramoggia anteriore, nella quale gli autocarri che trasportano l’asfalto caricano direttamente il materiale procedendo a marcia indietro.

Tramite un movimento di scorrimento del fondo della tramoggia, l’asfalto passa in un distributore posto verso l’estremità posteriore della vibrofinitrice. Qui sono collocate le coclee, che svolgono la funzione di spandere in modo uniforme il conglomerato su tutta la larghezza prefissata. Il

conglomerato viene poi disteso omogeneamente e addensato da opportuni organi di livellamento.

Gli operatori coinvolti nelle operazioni di stesa sono almeno tre, di cui uno a bordo e due a terra. Quelli a terra effettuano anche le operazioni di rifinitura: infatti, ai margini della strada o in situazioni particolari che limitino l’impiego di macchine, è necessario finire la stesa dell’asfalto a mano, prelevando il conglomerato con la pala in prossimità delle coclee e spargendolo dove necessario.

La fase di compattazione del conglomerato bituminoso, ancora caldo, viene realizzata mediante rulli compattatori con operatore a bordo. Essi hanno un peso non inferiore a 2 tonnellate (in genere tra 8 e 10 tonnellate) e sono dotati di uno o più corpi cilindrici.

La cilindratura viene eseguita procedendo dai fianchi della pavimentazione verso la mezzeria e per strisce successive sempre parzialmente sovrapposte.

Dopo la cilindratura in senso longitudinale, si agisce anche secondo le diagonali e quando possibile anche in senso trasversale.

La compattazione ha lo scopo di addensare lo strato di conglomerato appena steso, rendendo la superficie stradale omogenea e priva di irregolarità, di prevenire eventuali scorrimenti di uno strato rispetto al sottostante e di evitare la comparsa di fessurazioni.

Per compattare il manto ai suoi margini, in prossimità del marciapiede, si utilizza una piastra vi-

branti.

Al termine dell’attività di pavimentazione, che può durare per un numero variabile di giornate lavorative, si chiude il cantiere, rimuovendo la segnaletica e le macchine operatrici.